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  • Immagine del redattoreFabio Comiotto

Ecco cosa ho imparato nei giorni senza scuola con la Dad.

Ho imparato che è importante che i bambini si raccontino: quello che stanno vivendo senza la scuola, quello che li spaventa, quello che gli manca. Ascoltarli è necessario perché così si mantiene la relazione. Si educa all’ascolto


Ho imparato che è fondamentale mantenere la relazione tra i bambini e le insegnanti e tra compagni e compagne. Qualunque strumento è utile: telefonate, videochiamate e tutto quello che può essere adatto per stare in contatto. L’apprendimento passa da qui (ma lo sapevo già).

Ho imparato che i bambini devono essere accompagnati nelle loro emozioni e attraverso un ascolto attivo si può avere cura della sfera emozionale.

Ho imparato che i feedback sono indispensabili: restituire riflessioni “calde” ovvero date a voce è più efficace di inviare gli appunti scritti nei documenti google.

Rimandare al bambino un testo corretto dall’insegnante non è come leggere insieme il testo, scoprire l’errore e aggiustare.

Ho imparato che questo è un modo di lavoro accogliente in cui il bambino/a non si sente giudicata ma percepisce che l’insegnante vuole aiutarla a dare valore alle sue produzioni. Ci si può sentire al telefono, si può dettare il proprio testo alla maestra e capovolgere così la lezione.

Ho imparato che il modello di didattica di erogazione dei compiti non può essere la Dad, occorre creare delle cornici di senso alle attività che si propongono; il senso alle cose lo attribuiscono i bambini oppure si costruisce insieme.

Ho imparato che inviare un testo letto dalla voce dell’insegnante è molto efficace, mantiene il legame, farlo con una cadenza regolare, quotidianamente crea una routine che per i bambini e le bambine costituisce una certezza importante nel mare magnum delle incertezze della pandemia. “Maestra anche domani ci mandi la poesia?”. “No, bimbi domani è domenica!”.

Ho imparato che in Dad i bambini ti contattano a tutte le ore, anche a Pasqua, il 25 aprile e il 1° maggio.

Ho imparato che la videolezione manca di quegli importanti tempi “morti”, che lo sono solo per definizione, ma invece sono utilissimi per confrontarsi tra pari, apprendere se la spiegazione è stata chiara e sufficiente o si necessita di ulteriori indicazioni ma soprattutto è in quei momenti che si realizza il passaggio dalla consegna di lavoro all’azione in cui: prendi la penna, scegli il colore, decidi come usare il quaderno… gesti banali solo per i non addetti ai lavori.

Ho imparato che la Dad deve essere a bassa densità digitale, deve offrire la possibilità di trasformare le case in laboratori in cui: cercare cose, dalle cui finestre o cortili si può osservare l’orizzonte, la luna, come stanno cambiando le stagioni, come sono cambiati i suoni, i rumori del pezzetto di città che si può sentire.

Ho imparato che occorre fare delle scelte sui contenuti, quello che può essere affrontato a scuola nel gruppo classe non è scontato che lo si possa fare a casa.

Ho imparato che la Dad deve essere multidisciplinare se vuole essere inclusiva: solo utilizzando vari linguaggi fa in modo che ogni bambino trovi il suo che gli permette di arrivare al traguardo sotteso.

Ho imparato che gli insegnanti hanno bisogno di confrontarsi tra loro, mettersi in gioco non per consolidare le proprie idee bensì per cambiarle insieme, dimostrare che l’insegnamento come l’apprendimento è cambiamento (ma lo sapevo già).

Ho imparato che in Dad si può fare cooperazione educativa perché con i lavori di gruppo i bambini diventano più sicuri di sé e autonomi.

Ho imparato che la Dad è intrusiva e invadente e che ai bambini a volte dà fastidio farsi vedere con i capelli in disordine e anche a me.

Ho imparato che molti genitori si nascondono alla webcam e pur essendo vicino al proprio figlio/a non salutano le maestre, salvo poi suggerire o sollecitare il bambino/a a rispondere.

Ho imparato che alcuni genitori svalutano o esaltano le proposte dell’insegnante impedendo all’alunno/a di aderirvi in maniera spontanea.

Ora so che la Dad è un lavoro diverso dalla didattica in presenza, ma questo me lo immaginavo!

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